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Storia

Antonio Baldacci (Bologna, 1867-1950)

Viaggiatore, botanico, etnologo e geografo. Sviluppò da giovanissimo un vivo interesse per la botanica e per la situazione politico-economica dei paesi dell’area balcanica. Il suo primo viaggio in Montenegro fu tentato nel 1885 a soli diciassette anni, percorrendo a piedi il tratto da Zara al confine montenegrino, senza riuscire a raggiungere la capitale Cetinje per mancanza di fondi. L’anno successivo, durante il suo secondo viaggio conobbe padre Cesare Tondini Dè Quarenghi, diplomatico inviato dal Vaticano che lo presentò al principe Nicola del Montenegro.

Baldacci intraprese gli studi di veterinaria nel 1887 presso l’Università di Bologna sotto la guida del botanico Federico Delpino e di Girolamo Cocconi. I viaggi in Montenegro e successivamente in Albania, Epiro e Creta, finalizzati a studi di botanica, furono finanziati inizialmente dalla vendita di raccolte di piante essiccate ad istituti italiani e stranieri, in seguito ebbero il sostegno economico dalla Società geografica italiana e continuarono durante gli anni degli studi universitari (1885-1904). Durante questi viaggi avventurosi Baldacci ottenne straordinari risultati nel campo delle ricerche botaniche: le piante raccolte furono circa centomila, in parte specie e varietà allora sconosciute. Dopo la laurea in “Zooiatria” (1891) fu assistente di Federico Delpino presso L’Istituto botanico dell’Università di Bologna, che lasciò nel 1902 per insegnare Geografia politica e coloniale nella Scuola Diplomatico-Coloniale annessa all’Università di Roma.

Sempre nello stesso anno fu coordinatore della “Prima missione scientifica italiana nel Montenegro”, finanziata dal Ministero della Pubblica Istruzione. Dal 1899 fu libero docente di Botanica e, dal 1901, di Geografia presso l’Università di Bologna. Le spedizioni di Baldacci in area balcanica non ebbero solo un carattere scientifico, ma anche di conoscenze e amicizie che si rivelarono particolarmente utili per gli interessi economici, politici e militari del Governo italiano in area balcanica. Intraprese insieme ai fratelli Giovanni e Luigi, tra i primi anni del sec. XX e il primo conflitto mondiale, importanti iniziative imprenditoriali, finanziarie e commerciali che permisero a molte ditte, soprattutto bolognesi, di diventare fornitori ufficiali della casa regnante. Gli furono inoltre affidati numerosi incarichi di carattere conoscitivo e anche diplomatico da diversi Ministeri, in particolare da quelli degli Esteri e dell’Interno.

Dal 1915 al 1917 fu consulente civile della I Divisione navale presso il Comando della Marina italiana per il settore orientale, a Valona, svolgendo missioni di carattere riservato. Tra il 1921 e il 1922, stabilì intensi e frequenti contatti con Gabriele D’Annunzio per realizzare il progetto di una spedizione di volontari per la liberazione del Montenegro. Dal 1922 rinunciò a tutti gli impegni universitari e sfruttando le conoscenze e le relazioni intessute nel mondo politico italiano, si dedicò attivamente alla vicenda del Montenegro, che nel 1918 fu unito al regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Partecipò alla fondazione di diversi Comitati per l’indipendenza del Montenegro e ne assunse la presidenza per quello italiano.

Dal 1925 Baldacci si dedicò soprattutto all’Albania, non solo attraverso studi e pubblicazioni, ma anche attraverso collaborazioni di ambito scientifico e politico con la Banca d’Albania, con la Società per lo sviluppo economico dell’Albania e con l’Istituto per l’Europa orientale. Nel 1926 divenne console generale onorario d’Albania in Bologna, il cui compito si concretizzò nell’assistenza di numerosi studenti albanesi iscritti all’Università di Bologna. Fu nominato consulente culturale della Luogotenenza generale italiana di Tirana, incarico che cessò nel 1943. Nel dopoguerra continuò ad interessarsi delle questioni politiche italiane ed internazionali, senza trascurare i suoi studi di botanica. Dal 1946 fino agli ultimi mesi della sua vita si occupò di studi inerenti ai paesi del nord-europa (Svezia, Groenlandia, Islanda), approfondendo l’aspetto geologico, economico, culturale e del sistema dell’istruzione.

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