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Storia

Rapporti fra Italia e Montenegro nella Storia

Il Mare Adriatico rappresenta geograficamente e idealmente lo spartiacque meridionale tra l’Oriente e l’Occidente, tra i due mondi che hanno scritto pagine primigenie, formative e significative nella storia di questa parte del mondo. Nel tratto di mare che separa la Puglia dal Montenegro, è un mare che diviene poco più di un canale, uno spazio che con pienezza di termine Fernand Braudel definisce "spazio-movimento".

Una via d’acqua che ha determinato rapporti precoci fra le due sponde, rapporti che molto devono ai modi del navigare, spesso simili come testimoniano graficamente già le famose steli Daune. E’ nel Medioevo che i rapporti si fanno intensissimi, per arrivare, a partire dal Quattrocento a momenti di straordinario "apparentamento", ancor oggi percepibile nelle strade delle città delle due sponde, quando lo stesso mare cambia nome e diviene "golfo di venezia".

La rotta tra Bari e Cattaro (Kotor) per nove secoli, dal XII al XIX, ha unito la stessa diocesi che collegava l’Adriatico come un “ponte di fede”. E dal mare giunse in Puglia il culto di San Trifone, protettore e patrono di Cattaro dall’809. Ed è la Puglia, con Roma, Venezia e con lo stessa Cattaro, a conservare le reliquie più cospicue del giovane martire orientale.

Il suo culto, diffusosi nella nostra regione con modalità e tempi diversi, conserva oggi tracce evanescenti e non sempre immediatamente individuabili. Giovane custode d’oche taumaturgo e guaritore, esorcista, protettore delle coltivazioni, “patrono” della città, sacerdote, martire, l’immagine di San Trifone, diversamente dalla stessa area di provenienza, e comunque dalla prassi consolidata delle immagini cultuali, lungi dal replicare un prototipo iconografico specifico, sopravvive in Puglia utilizzando molteplici modelli e attributi volta a volta funzionali agli eventi che, in contesti specifici, hanno dato origine alla devozione verso il santo. Il culto del Santo frigio si data in Puglia sino dai tempi antichi: San Trifone è citato già nei Calendari di Canosa e di Bari, databile il primo alla metà dell’XI secolo, il secondo alla fine dello stesso secolo, a confermare sicuramente il peso della migrazione slava in Puglia fin dal X secolo, a sud del Gargano. Ma nella regione é la Terra di Bari che conserva le testimonianze più antiche di chiese e cappelle dedicate al santo frigio: a Bisceglie a Ceglie del Campo, a Bari.

La sua diffusione prevalentemente in Terra di Bari, soprattutto a partire dalla seconda metà del XVI secolo, grazie alla diffusione nel territorio di colonie di slavi, registra una più capillare presenza nel Salento nel Sei e Settecento, soprattutto nell’area della Grecìa dove più a lungo è perdurato il rito greco e, con esso, la devozione ai santi legati all’Oriente Balcanico.

Un ponte d’acqua, quello fra la Puglia e il Montenegro, che vide stringere i rapporti anche dal punto di vista di "apparentamenti" famigliari. Nel 1081 Giaquinta, figlia di Argirizzo degli Joannaci, Principe di Bari dal 1069 che resistè all’assedio di Roberto il Guiscardo, attraversò l’Adriatico per convolare a nozze con Costantino Bodin figlio ed erede di Michele Prislavo Re di Schiavonia, della Bulgaria e della Rascia, divenendone regina alla morte di Michele. Novecento anni dopo, sulla rotta inversa, approdò a Bari la principessa Elena prima di convolare a nozze con Vittorio Emanuele nel 1896. Il 24 ottobre Elena Petrović Niegosh, sesta figlia di Nicola I e di Milena, abiura la sua fede nella Basilica di San Nicola. E da Bari si imbarcarono le spoglie del re Nicola, dopo l’esilio, per l’ultimo viaggio verso la sua terra.

Comune sentire delle genti adriatiche. Bari e Bar (Antivari, letteralmente difronte a Bari)- Noicattaro (nuova Cattaro) fondata da una colonia cattarina mille annii fa. Di origine molto antica - nella zona sono state rinvenute tombe con suppellettili del VII secolo a. C. - è menzionata dal Medioevo con il nome di Noja. Prese l'attuale denominazione nel 1863: da Nohe e Katry (o Cattaro), il vicino villaggio abitato da profughi dalmati, distrutto nell'anno Mille.

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